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progetto di Cecilia POLIDORI, Caterina CHIOFALO, Paolo FRAGOMENI, Maria LARIA

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Atena - santuario

da: Sistema Museale Virtuale della Magna Graecia - http://www.virtualmg.net/Reale/c_Musei%20e%20Parchi%20Archeologici/c_Museo%20di%20Reggio/c_Piano%202/Sala%2011.aspx
Statuette e teste da statuette in terracotta raffiguranti Atena. IV sec. a.C.
Statuette e teste da statuette in terracotta raffiguranti Atena. IV sec. a.C.
SANTUARIO DI ATENA
Nella vetrina 64 sono esposte le terrecotte votive rinvenute da P. Orsi nella stipe accanto altempio dorico di Atena
IL TEMPIO DI ATENA
Il santuario di Atena, sorgeva sulle pendici orientali del colle della Mannella, ovverosia sul versante opposto al santuario di Persefone, all'interno del tratto di cinta muraria che cingeva la città a nord-est. Esso era incentrato su un tempio di dimensioni ridotte (m 11 x 26), privo di peristasi (colonnato circostante) ed in antis (con lati brevi chiusi da una coppia di colonne fra i pilastri di chiusura dei lati lunghi). I resti delle fondazioni, in blocchi di arenaria molto tenera tipica della zona di Locri, furono rinvenuti nel 1912 da P. Orsi, il quale, sulla base della presenza di alcuni frammenti di capitelli e colonne dorici reimpiegati nei muri di vicine cassette coloniche, attribuì a tale ordine il tempio. L'attribuzione ad Atena fu resa, invece, possibile dal rinvenimento di una stipe colma di statuette raffiguranti tale divinità. Di recente è stato riconosciuto come pertinente al tempio di Atena, un capitello dorico di IV secolo a.C. conservato al Museo Nazionale di Locri Epizefiri, il quale sembra testimoniare, almeno in età avanzata, un certo impegno architettonico, giustificabile se si pensa all'importanza strategica del santuario, posto a protezione delle mura di cinta, nonchè del cuto di Atena a Locri, dove la dea era forse venerata come protettrice della cittadinanza.

sulle pendici orientali del colle della Mannella. Si tratta di statuette di Atena molto lacunose per via della frantumazione rituale subita al momento della deposizione entro la fossa votiva, o con più frequenza delle sole teste. La dea è riprodotta in posizione di attacco e dotata della caratteristica egida, il mantelletto a squame orlato di serpenti, nonché delll’elmo riprodotto secondo varie fogge.Queste terrecotte, che si distribuiscono cronologicamente dal principio del V sec. a.C. all’inoltrato IV sec. a.C., trovano confronto in esemplari rinvenuti in altri punti della città di Locri, e contribuiscono, insieme alle fonti letterarie e ai documenti numismatici, a ricostruire il ruolo significativo della dea nella religiosità locrese.



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