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progetto di Cecilia POLIDORI, Caterina CHIOFALO, Paolo FRAGOMENI, Maria LARIA

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sabato 23 febbraio 2013

Il puzzle dei 3 vasi


Prima di realizzare degli oggetti che facciano conoscere al visitatore i reperti contenuti nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, ne è stato e sarà ancora necessaria la scoperta da parte mia. Elaborare dei puzzle come quelli di Enzo Mari utilizzando le sagome di oggetti esistenti (in questo caso di utensili antichi) non è semplice, specialmente se lo scopo è quello di farli conoscere ad un determinato pubblico, essendone così necessaria la riconoscibilità e dunque l'impossibilità di deformali eccessivamente per incastrarli tra loro. 

Cercando una soluzione che si prestasse il più possibile all'idea di puzzle, la mia attenzione e stata attirata inizialmente dalle diverse tipologie di vasi e contenitori. Ho scoperto che ne esistono parecchie e che ciascuna ha un proprio nome e una forma caratterizzante, a seconda degli usi: oinochoe, pelìke, hidria, aryballos, pisside scifoide, lakane attica, ecc.

Osservando e ridisegnando i diversi tipi di vasi, mi sono accorta che tra questi vi sono alcuni tratti comuni nelle curve della pancia e del collo, nei manici, nei piedi, negli orli. Da qui è nata l'idea che "smontando" la sagoma di un vaso se ne potesse, combinandone diversamente le parti, ricomporne un altro o più di uno.
Dopo diversi tentativi, sono riuscita a trovare una combinazione di oggetti che mi consentisse di comporre due sagome più piccole con i pezzi di una più grande e viceversa; per adesso l'ho chiamata Il puzzle dei 3 vasi.
La sagoma del cratere a calice apulo è formata da pezzi che combinati tra loro compongono la pisside scifoide e la lakane. Se si ha il primo oggetto non si anno gli altri due e viceversa, senza che nessun pezzo resti mai senza ruolo.
L'intento era quello di creare un gioco destinato sia ai bambini che agli adulti. Chi lo utilizza comprende questi tre oggetti ricomponendoli con le proprie mani. Il puzzle potrebbe essere contenuto in una scatola, insieme ad un opuscolo che descrive e illustra gli oggetti originali. Le sagome le immagino con uno spessore tale da poter stare in piedi, come quelle del Gioco dei 16 animali. Il puzzle potrebbe essere realizzato in due versioni, una per bambini, magari in cartone, una per adulti in un materiale più resistente, così da poter diventare un oggetto di design, di arredo, che può essere modificato a piacimento. I vari pezzi potrebbero avere un colore diverso sul retro, a seconda dell'oggetto che vanno a comporre.

"L'idea sulla quale stiamo insistendo è che dietro al bimbo ci sono genitori e che non tutti sono addetti ai lavori, e che, quindi la conoscenza e la scoperta deve essere non solo alla portata di tutti, ma anche forma di passatempo CONTINUO, non una tantum."

ALCUNE CONSIDERAZIONI:

1) La scala dei vasi originali: sul libro dove ho trovato l'illustrazione dei tre oggetti, quello di ELENA LATTANZI, non ne sono riportate le misure, quindi le proporzioni tra loro non sono esatte. In particolare la pisside scifoide dovrebbe essere molto più piccola rispetto al  cratere a calice, si capisce sia dalla definizione di pisside che dalla grandezza della decorazione. La grandezza della lakane rispetto al cratere a calice, invece, dovrebbe essere accettabile. 

2) La scala del puzzle: Considerando che un cratere a calice ha un'altezza di circa 30-35 centimetri (dal libro di FOTI GIUSEPPE), il puzzle potrebbe mantenere la scala reale. Potrebbe anche essere rimpicciolito, ma non troppo, perché diventerebbero troppo piccoli i pezzi della lakane.

3) L'incastro tra i pezzi: Questo oggetto non si presta al tipico incastro del puzzle e le sagome non si incastrano tra loro come quelle di Enzo Mari. I diversi pezzi potrebbero avere una sorta di incastro nascosto, del tipo  maschio-femmina. Va studiato.

4) Con la stessa logica, si potrebbero realizzare altri puzzle, ma se l'idea non funziona la abbandono e passo ad un'altra.
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no no! va benissimo. le misure potrebbero fornircele se l'idea risulterà apprezzata!
il soggetto è certamente questo, un puzzle. 
certo dovremo definire il kit per chi, in che materiale, come e quando sia valido fornirlo.
Avrei pensato ad una elemento che venga fornito insieme al biglietto d'ingresso.
E vicino a qualche soggetto, una cassetta trasparente dove ci siano le schede - tipico di molti musei, no?, in modo che se ne estrae una, magari ha un tratteggio per staccarne le parti ed il visitatore/famiglia procede all'incastro e disegno complessivo.

ha visto il link sul deeps 4 di Paolo Fragomeni deepsdesign4byceciliapolidori: Il Tempietto prende vita!? non è la linea che stiamo seguendo noi, ma non le sembra che sia un attivo e propostivo allievo? aveva già ideato il mosaico del drago DEEPS DESIGN 3 by Cecilia Polidori : Frammenti di memoria..., e l'immagine gis con il montaggio? potremmo coinvolgerlo e lui potrebbe tradurre il montaggio puzzle in altri gif. che ne pensa?
La scadenza è il 28 marzo, se non ricordo male. Ci si potrebbe anche incontrare e telefonarci, poi. lo dico soprattutto per Paolo, se lo includiamo come collaboratore...
i suoi disegni, suoi di Lei Cate, sono bellissimi.
il colore va aggiunto no? tipo terracotta-argilla, nero etc, vero?
ha visto il kit di Federica Papalia? Ha svolto l'esame il 14/2 e l'ho fotografato in una pausa solare... DEEPS DESIGN 3 by Cecilia Polidori : appunti 7a Lezione del 14 marzo
cp

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Ok Prof. sono sono contenta che vada bene, così posso elaborare altri puzzle con altri soggetti. Si avevo già visto i lavori di Paolo Fragomeni e di Federica Papalia, Paolo sembra un collega che lavora molto bene e che fa le cose con cura, quindi a me fa piacere che venga coinvolto, una buona testa in più non può che esserci d'aiuto. Il colore certo va aggiunto, bisogna vedere come visto che stiamo eliminando dettagli e decori, si può giocare con le due facce dei pezzi, comunque visto che va bene l'idea adesso andrò avanti sulla cura della grafica, del colore, degli incastri, del materiale. 
Per quanto riguarda il personaggio/soggetto con la casetta trasparente, secondo lei è troppo scontato che  siano i bronzi? Certo, ci sono tutta una serie di statue e statuette, facce e teste, magari si possono fare più personaggi messi in diversi punti del museo, i bronzi possono essere all'ingresso come introduzione ad un mondo sconosciuto al visitatore attraverso un personaggio conosciuto.

Un'altra cosa che pensavo è che dobbiamo avere un logo, una scritta riconoscibile. La prima idea che mi è saltata in testa e stata quella di lavorare sulla grafica di "Design e memoria" e concepire la parola "Design" come sinonimo di contemporaneità e "memoria" come sinonimo di passato, quindi utilizzare un carattere contemporaneo per la parola "Design" ed invece riprendere la scrittura antica (da tabelle e iscrizioni) per la parola "Memoria", pubblicherò qualche esempio.

Potremmo anche riproporre le Carte da gioco di Bruno Munari, in carta trasparente con dei disegni colorati di un'immagine scomposta da ricomporre con la loro sovrapposizione.

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